Gianni e l'accesso agli atti

Siamo quotidianamente in relazione con la PA, pertanto, per migliorare la qualità del dialogo, occorre utilizzare strumenti chiari e di facile accesso, riflette Gianni ripensando al suo concorso.

Al termine del percorso scolastico scelto e con il conseguimento del titolo di studio per cui ha dedicato anni di sacrifici, il ragazzo decide di partecipare ad un concorso pubblico, continuando a studiare e ad impegnarsi per raggiungere l’obiettivo prefissato, ma non riesce a superare la prima prova concorsuale. Come cantava Ligabue “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo, sono sempre i sogni a fare la realtà”. Pertanto, per capire le motivazioni che hanno condotto a questo risultato negativo e anche per farne tesoro per un futuro concorso, Gianni vorrebbe redigere un’istanza di accesso agli atti, ai sensi dell’art.22 della L. 241/1990 (Accesso ai documenti amministrativi), al fine di ottenere i verbali della prova sostenuta. 

Precisamente l’articolo 22 della legge 241 del 1990 indica, quali soggetti titolari del diritto di accesso agli atti, tutti i soggetti privati (compresi quelli portatori di interessi pubblici o diffusi), che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento di cui si chiede l’ostensione.

Dunque Gianni si trova di fronte alla prima difficoltà, capire se è titolare di un interesse diretto, concreto e attuale, motivando la sua istanza e indicando chiaramente la documentazione che desidera conoscere.  Deve stare attento però perché, volendo richiedere le prove svolte dagli altri candidati, deve superare l’ostacolo della loro riservatezza (l’opposto diritto alla privacy); si sente però sicuro dovendo valutare se ci sono i presupposti per lamentare la lesione della sua posizione giuridica soggettiva. 

Gianni sa che il provvedimento amministrativo si caratterizza per l’inoppugnabilità, è consentito impugnarlo entro un breve termine di decadenza: in 60 giorni deve valutare se impugnare il concorso...come dice Malika Ayane “lento può passare il tempo ma se perdi tempo poi ti scappa il tempo” … carpe diem!

Il ragazzo si trova ad affrontare una situazione abbastanza complessa burocraticamente e viene sopraffatto dalla voglia di conoscere un po' più approfonditamente ulteriori strumenti con cui può interagire con la PA. Inizia così ad informarsi meglio sull’argomento rivalutando molto l’importanza della scuola, dello studio e di una cultura che gli permetterà anche un domani di capire e di affrontare con responsabilità e padronanza le varie problematiche che potrà incontrare nella sua vita.

Cercando scrupolosamente, Gianni scopre che, ai sensi dell’articolo l’Art. 5 del D. lgs. 33/2013, vi è una differenza tra l’accesso civico cd. “semplice” a dati e documenti e l’accesso civico cd. “generalizzato” ... come scrisse Cesarina Vighy “la curiosità è il motore dell’intelligenza, è una robusta stampella con cui sorreggersi, è la porta aperta sulla vita”. 

Gianni viene a conoscenza che il diritto di accesso civico cd. semplice comporta il diritto di chiunque di richiedere alle pubbliche amministrazioni documenti, informazioni o dati nei casi in cui le amministrazioni abbiano omesso la pubblicazione degli stessi, nonostante l’obbligo previsto dalle normative vigenti, mentre, secondo il diritto di accesso civico cd. generalizzato chiunque ha il diritto di accedere ai dati ed ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ma che siano ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione obbligatoria, chiaramente nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente tutelati. Addirittura apprende che a tutto ciò si aggiunge un ulteriore elemento: l’istanza non richiede motivazione. Questo consente di rispondere all’interesse dell’ordinamento di assicurare ai cittadini, indipendentemente dalla titolarità di situazioni giuridiche soggettive, un accesso a dati, documenti ed informazioni detenute dalle pubbliche amministrazioni…viva la trasparenza!

Nell’ottica del “Governo aperto” l’accesso a dati e informazioni detenute dalle pubbliche amministrazioni si configura come un servizio finalizzato a rendere conoscibili attività e processi decisionali, riducendo l’asimmetria informativa tra potere pubblico e collettività. La trasparenza dei dati e delle informazioni, pertanto, gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione della corruzione, ma anche ai fini della promozione della cultura della legalità e dell’integrità e, nello specifico, dell’integrità dei processi decisionali pubblici, della tutela dei diritti soggettivi e degli interessi legittimi…il buon Gianni sta diventando proprio un esperto in materia, magari diventerà un giurista!!!

È evidente che il passaggio da una dimensione unidirezionale ad una bidirezionale, che è alla base di una relazione tra istituzione e cittadino in una società complessa, comporta che “ i diritti di cittadinanza non possono più essere “calati dall’alto” dalle istituzioni politiche, dallo Stato, e se queste ultime sono chiamate a svolgere un ruolo sussidiario, di guida relazionale, a garantire e coordinare, senza gestire né monopolisticamente né residualmente le politiche sociali, è chiaro che occorre ripensare ai modelli comunicativi adottati e introiettati dalle amministrazioni pubbliche, sviluppare una nuova cultura della comunicazione fondata su una relazione consapevole.” (G. Ducci 2007).

Gianni, da tutta questa travagliata esperienza, ha imparato che si può e si deve comunicare serenamente con la Pubblica Amministrazione, che negli ultimi anni tanti miglioramenti in termini di trasparenza e di semplificazione nel dialogo sono stati realizzati, ma ha anche riflettuto molto sul fatto che il futuro è in mano ai sogni, alle aspirazioni e al bagaglio di conoscenze e competenze professionali ed umane dei giovani, i quali devono imparare con umiltà da quello che non ha funzionato e migliorarsi per un progresso della società in cui viviamo e in cui vivranno le future generazioni. A tal proposito, Kant affermava che lo Stato è “un’organizzazione del diritto esterno” che permette di regolare i rapporti tra gli uomini in maniera stabile e sicura, punto di passaggio obbligato perché gli uomini possano esprimere il meglio di loro stessi e in particolare la loro attitudine al bene.

Dopo tantissimi anni e cambiamenti epocali rimane una sola certezza: nella complessa sfida della modernizzazione della Pubblica Amministrazione, la strada verso il futuro è la valorizzazione delle persone. La chiave di tutto è, quindi, il capitale umano. Bisogna investire nelle nuove generazioni e come canta Vecchioni “Sogna, ragazzo, sogna. Non cambiare un verso della tua canzone. Non lasciare un treno fermo alla stazione. Non fermarti tu” … “Sogna, ragazzo, sogna. Ti ho lasciato un foglio sulla scrivania. Manca solo un verso a quella poesia. Puoi finirla tu”.

Michele d'Alesio