Gianni e l'ambiente

Gianni è molto felice, la sua famiglia ha prenotato i biglietti del treno e finalmente vedrà Parigi! La città lo attira da sempre, ci si sposta con mezzi ecologici, ma che noia dover visitare anche dei musei… Almeno la Gare d’Orsay contiene opere famose, sembra di sfogliare un libro di testo, gli dicono: è il regno degli impressionisti e post impressionisti: da Monet a Van Gogh per intenderci! Ma proprio mentre passeggiava tra tanta bellezza, all’interno di una magnifica stazione ferroviaria del 1900 - trasformata in museo dal genio di un architetto (l’italiana… Gaetana Aulenti) - rimane colpito da un quadro di Monet. 

"Train dans la campagne" (https://www.wikiart.org/fr/claude-monet/train-dans-la-campagne-1871): è in risalto la passeggiata di alcuni passanti su una distesa di verde brillante; sullo sfondo, in lontananza c’è un treno. Il fatto è che il fumo del treno a carbone, in quel radioso paesaggio, non stona come sarebbe sgradevole oggi, pensa Gianni. La ferrovia lì è un simbolo di gioia, anziché di inquinamento.

Gianni riflette sul dato che, oggi, invece, il tema dell’attenzione per l’Ambiente è in cima ai discorsi, quindi, l’immagine di un mezzo di trasporto - a carbone – è  utilizzata al massimo in termini di protesta! Non a caso, è quasi quotidiano sentire di opere d’arte imbrattate proprio per attirare l’attenzione sull’ambiente. Per un ragazzo della Generazione Z, come Gianni, è inevitabile porsi questa domanda: 

Per quale ragione a chiunque piace vivere in un ambiente salubre, eppure è così complesso proteggere l’ambiente? Ma prima di tutto: è sempre stato così?

Per cercare una possibile risposta, Gianni prova ad attraversare mentalmente le sue materie scolastiche, per raccogliere spunti. Con Educazione Civica ha da poco scoperto che il termine “Ambiente” è entrato ufficialmente nell’art. 9 tra i principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale solo nel 2022! Aveva letto che proprio quel termine era assente sia dalla Carta istitutiva dell’ONU (1945), sia dal Trattato di Roma del 1957 istitutivo della CEE (ora Unione europea). Eppure l’ambiente, pensa Gianni, inteso come il «creato», era un valore supremo in tutte le religioni e le correnti filosofiche, celebrato da ogni letterato ed artista. A partire dal “Cantico delle Creature” di San Francesco del 1224, passando per le “Chiare fresche e dolci acque”, del Canzoniere di Petrarca del 1341, per arrivare al significato spirituale della Natura per il Romanticismo sia in letteratura che in musica sino all’Impressionismo.

Ma come si spiega che nessuna legge se ne occupasse? 

Perché aria, acqua, suolo, flora, fauna (ossia le risorse che compongono l’ambiente) erano considerate illimitate ed inestinguibili. Per questa ragione, l’attenzione per la natura è sempre stata al di fuori dell’area del Diritto. Detto in altri termini: non c’era necessità di protezione per l’ambiente, per tale ragione né Costituzioni né Leggi se ne occupavano.

Poiché gli strumenti che Gianni predilige per soddisfare le sue curiosità sono on-line, solitamente clicca su YouTube dove trova video, serie tv, documentari.  Appena uscito dal Museo d’Orsay, sedutosi sulla navetta elettrica, Gianni abbassa lo sguardo sul suo smartphone e clicca su un clip di 1 minuto e 24 tratto dal film di animazione, “La Gabbianella e il Gatto”, di Enzo D’Alo’, ispirato al romanzo “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, pubblicato nel 1996 dallo scrittore cileno Luis Sepulveda.  La storia narra di una gabbiana, pronta a deporre il suo primo uovo, che sta tornando dalla migrazione annuale. Mentre il suo stormo riesce a mettersi in salvo, Kengah rimane invischiata in una pozza di petrolio. Nel video https://www.youtube.com/watch?v=dB5xJk66zjU si vede il punto in cui la gabbiana rimane invischiata nella “maledizione degli umani”, termine con cui il narratore definisce il petrolio. Si vede amaramente l’effetto del petrolio per i volatili. Mentre è ancora su YouTube alla ricerca di spunti, compare un video dal titolo “Una nuvola di smog”. A dire il vero, il titolo di per sé è molto triste e poco cool, per niente social, chi ha voglia di aprire un video con un titolo così deprimente? Ma è un video che parla di Italo Calvino, scrittore tra i primi in Italia a dedicare nei suoi testi attenzione all’inquinamento, già avvertito come problema, prima che il Diritto si mettesse al lavoro.

Si fa strada nella mente di Gianni una seconda domanda: “Da quando l’ambiente è visto come un problema?” 

Certamente iniziava ad essere avvertito come tale nell’epoca osservata da Calvino. Infatti, nel 1958, mentre descrive una grigia città industriale del Nord (probabilmente Torino), l’autore parla proprio di “smog” (termine inglese da smoke, "fumo", e fog, "nebbia" coniato a seguito del Big Smoke di Londra del 1952), anche se per alludere al sentimento interiore della depressione, che colpisce tutti i colori alla vita. Il Diritto arriva dopo, come conferma il fatto che la prima legge italiana che si occupa di limiti da porre all’inquinamento dell’aria è del 1966. In un altro video si parla di “Leonia, la Città dei rifiuti” tratto dal romanzo “Le città invisibili” (1972), in cui lo scrittore racconta di Marco Polo che descrive all’imperatore dei Tartari una serie di città che l’imperatore non ha mai visitato.  E’ notevole il linguaggio con cui lo scrittore riesce a farci immergere nel mondo di Leonia, che pare attualissimo ancora oggi. Si legge: “…ogni mattina la popolazione si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi…” e ancora “Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti di Leonia d'ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo i tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d'imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana…”. A Leonia la natura è assente, la produzione di rifiuti enorme, lo smaltimento è affidato allo “spazzaturaio”, atteso addirittura come un angelo, scrive Calvino. L’economia, descritta in Leonia, rappresenta proprio la brown economy, detta così perché basata sulle fonti fossili, che obbedisce alla regola: estrai, produci, usa, getta. A questo proposito Gianni ha sentito dire che ormai questa economia non è più attuale, perché l’Unione europea sta provando a voltare pagina. Come? L’adozione di una serie di norme (Direttive e Regolamenti) sulla circular economy mira ad avviare la trasformazione dei rifiuti, da spreco, in “risorsa”.     

Nel viaggio ideale dalla brown economy (rappresentata dal treno a carbone, dai danni del petrolio, dallo smog e dall’accumulo di rifiuti) verso la decarbonizzazione, nella mente di Gianni si fa strada una terza importante domanda: 

Ma come si fa a proteggere l’ambiente? Cioè: quali strumenti servono?” 

Per provare a rispondere a questa domanda, si accorge che non sa ancora bene a cosa serva il Diritto, ma sente che non può non avere un ruolo chiave. Cerca on-line una definizione semplice ma intuitiva e convincente per il suo scopo: il Diritto è un insieme di regole - denominate norme giuridiche - volte a prevenire o dirimere i conflitti tra consociati. Il Diritto, si può dire in una parola, è una necessità. Del resto, i latini avevano sintetizzato già tutto con il brocardo: ubi societas, ibi ius.Quindi è possibile semplificare il concetto dicendo che quando la società sente l’esigenza di proteggere un bene, che nel tempo è diventato fragile e quindi merita protezione, allora il Diritto è chiamato, per primo, a scendere in campo. 

“… ma perché proprio il Diritto?” 

Perché il Diritto ha gli strumenti per creare “regole” a protezione di un bene. Allora è possibile sintetizzare che - all’epoca dei boomers - l’inquinamento era considerato una conseguenza pressoché inevitabile del progresso mentre a partire dagli anni ’70 del secolo scorso - più o meno l’epoca dei genitori di Gianni - si è iniziato a capire meglio che la vita è legata all’ambiente. E’ emerso, scientificamente, che l’inquinamento di aria, acqua, suolo provoca alterazioni della natura e patologie per gli esseri viventi. Per questa ragione, a partire dagli anni ’70, la comunità internazionale inizia ad osservare i problemi ambientali e - a livello europeo - prendono il via le prime leggi aventi ad oggetto la protezione dell’ambiente.

In conclusione, Gianni ha capito che il valore dell’ambiente non è un concetto nuovo, ma la “novità” è che iniziano ad essere emanate leggi a livello europeo per proteggere il bene-ambiente. Un bene che - fino a quel momento - non aveva mai avuto bisogno di regole per la sua tutela. La riforma dell’art. 9 della Costituzione italiana è così la conferma di una caratteristica importante del Diritto. Il Diritto è in continua evoluzione, segue la società; detto in una parola: è dinamico. Non solo perché le leggi si succedono nel tempo, ma perché cambia nel tempo il significato da dare ai testi e alle parole. Infatti, le norme sono costituite da parole e il compito dell’interprete è attribuire significato a tali enunciati, interpretandoli. 

Quindi il Diritto, detto in una parola: è un linguaggio!

Wow! Al pari di letteratura e musica il Diritto ha, infatti, un autore (il Legislatore), il cui testo di legge è affidato ai giuristi (Giudice che applica la norma, Avvocato, Notaio) chiamati tutti ad interpretare il significato dei termini contenuti in un articolo o in una norma per dare al testo un significato. L’aspetto che accomuna Letteratura, Musica e Diritto, da molti considerato il principale punto di contatto, è proprio l’interpretazione (giuridica, letteraria, musicale) dei segni grafici (parole o note). 

In breve tempo Gianni ha avuto la conferma che anche l’ambiente scolastico è - direttamente o indirettamente - interessato al Diritto. Ne ha sentito parlare nelle lezioni di Arte, Filosofia e Religione ma anche Italiano, Geo-Storia e Latino oltre ovviamente a Scienze, Chimica, persino a Scienze motorie. Ci sono una infinità di curiosità di soddisfare, per farsi un’idea sul ruolo giocato dal Diritto nella protezione di ciò che ci sta intorno, che poi è il significato etimologico del termine “Ambiente” (dal latino: amb = ciò che sta intorno; entis = participio del verbo ire = andare). Nel frattempo, prima di scendere dalla navetta elettrica, Gianni ha creato con il suo smartphone la playlist dei prossimi video da scaricare sul tema. Tra i docu-film: “Una scomoda verità” (2006), premiato con l’Oscar come migliore documentario sul riscaldamento globale. E più recentemente “Before the Flood” (2016) https://youtu.be/4xHzRuGl9cM e “Ice on fire” (2019) (https://www.youtube.com/watch?v=y6ptRTS96C8)  entrambi di Leonardo di Caprio, attore attivista ambientale convinto e convincente. Tra le serie tv: “Chernobyl” (2019), dedicata all’evento tragico che ha cambiato la storia dell’energia nucleare (tratta dal libro “Preghiera per Chernobyl” della scrittrice, Premio Nobel per la letteratura, Svjatlana Aleksievic). Certamente la serie tv “Gomorra” trattata dall’omonimo libro di Roberto Saviano (2006). Nell’ultimo capitolo del libro, “Terra dei fuochi”, l’autore adotta la tecnica della cronaca giudiziaria, sotto forma di inchiesta, per parlare dello smaltimento dei rifiuti urbani e tossici in Campania e della catastrofe ambientale e sanitaria derivata. Inoltre una accurata rappresentazione del famoso inquinamento atmosferico di Londra del 1952, The Great Smog, si trova nella prima stagione, episodio 4, della serie di Netflix “The Crown” (2016). 

Ma di queste serie Vi parlerà prossimamente, anche per aggiornarvi sulla notizia del giorno: aria inquinata nella metropolitana di Parigi, aperta un’inchiesta sul superamento del livello delle polveri sottili provocato dalle frenate dei treni in assenza di una idonea ventilazione… 


Maria Pia Giracca