Gianni e la patente

Evviva! Finalmente sono neopatentato!”, gridava Gianni sventolando la sua rosea, lucente e nuovissima patente. Era uno splendido mattino di Giugno, soleggiato ma non afoso, mite e ventilato, quando Gianni si presentò, alle 9:15, davanti alla scuola guida per svolgere il suo esame pratico. L’insegnante e l’istruttore lo stavano aspettando. Gianni fu il primo del gruppo ad eseguire la prova: retromarcia, partenza, giro del circondario, prova breve in tangenziale, parcheggio a “S”, stop. L’istruttore aveva notato la sua agitazione e, per questo, aveva cercato di tranquillizzarlo dicendogli frasi come “Beh?! Stasera dove porti i tuoi genitori a mangiare la pizza per festeggiare?”, infondendogli così molta più fiducia in sé stesso ed autostima e nelle sue capacità.

Gianni fu uno dei primi della sua classe a prendere la patente perché, dopo aver compiuto i 18 anni a Marzo, ci impiegò poco più di due mesi per terminare le guide obbligatorie, corredate di alcune aggiuntive col padre, alla guida della vecchia Panda della nonna materna, così da potersi far iscrivere all’esame pratico. Questo perché Gianni aveva già, da circa un anno, la patente per il 125 (patente A1), con la quale è previsto non sia necessario risostenere l’esame teorico di guida.

Di lì a poco, Gianni ed i suoi compagni sostennero l’esame di maturità, prova dalla quale egli uscì parzialmente soddisfatto, visto che il compito di matematica gli andò particolarmente male. In ogni caso, i genitori, fieri del suo 89 al Liceo Scientifico, decisero di regalargli una macchina: una Fiat 500 usata che pareva appena uscita dalla fabbrica, rossa fiammante e dagli interni in pelle color crema. Entusiasta del pensiero, Gianni si sentiva invincibile: non vedeva l’ora di sfrecciare per le strade col suo nuovo “bolide” e l’occasione gli si presentò molto presto. Da tempo, infatti, i suoi compagni avevano organizzato il viaggio di maturità per festeggiare, tutti insieme per un’intera settimana, la fine delle scuole superiori e l’inizio di un nuovo capitolo della loro vita. La meta scelta di comune accordo fu Sanremo, città in cui un suo compagno ha la seconda casa, messa disposizione della compagnia per passare le vacanze. Gianni allora decise di raggiungerli in macchina, con l’obbiettivo primario di far colpo su una sua coetanea di cui era follemente innamorato fin dal primo giorno di scuola.

Ecco allora che, in un attimo, fu Agosto e Gianni partì per le sua meta, un po’ agitato (mai quanto la madre) ma felice, canticchiando distrattamente: “Ciunga-ciunga-ciù, Ciunga-ciunga-ciù. La-la-la-la-la. Andavo a cento all'ora per trovar la bimba mia, ye-ye-ye-ye, ye-ye-ye-ye. Andavo a cento all'ora per cantar la serenata, blen-blen-blen-blen, blen-blen-blen-blen. E non vedevo l'ora di baciar la bocca sua, ye-ye-ye-ye, ye-ye-ye-ye” (G. Morandi, Andavo a cento all’ora, 1963) e “Esco di fretta, dalla mia stanza, a marce ingranate dalla prima alla quarta devo fare in fretta, devo andare a una festa. […] Ma com’è bello andare in giro con le ali sotto i piedi” (C. Cremonini, 50 Special). Un pensiero fisso però lo attanagliava: il parcheggio, il problema per eccellenza per l’automobilista! E’ infatti risaputo che, in Liguria, i parcheggi siano pochi ed alquanto stretti, richiedendo spesso manovre molto precise per inserirvisi. Non a caso, Woody Allen diceva: “Se l'universo si espande, perché non riesco mai a trovare un parcheggio?”. Gianni, ancora un po’ inesperto in materia, sapeva molto bene che non avrebbe potuto parcheggiare sulle strisce gialle in quanto indicano i posti dedicati ad alcune categorie speciali di persone e, perciò, da considerarsi riservati e non utilizzabili, pena la multa per divieto di sosta da 41 a 168 Euro, con un valore commisurato alla gravità dell'infrazione. Era altresì a conoscenza del fatto che se avesse parcheggiato in un posto segnato da strisce blu, indicanti un pagamento subordinato mediante un ticket restituito da un’apposita macchina (parchimetro), pena la multa per divieto di sosta, avrebbe speso decisamente troppi soldi, i quali non gli sarebbero poi bastati per godersi il resto delle ferie. Dunque, l’unica soluzione era quella di trovare un posto segnato da strisce bianche, indicanti un parcheggio libero e gratuito, cui, teoricamente, non conseguirebbe alcuna sanzione amministrativa. D’altronde, Isaac Aimov diceva: “La vita è un viaggio, ma non preoccuparti, alla fine troverai parcheggio”. Quindi: perché scoraggiarsi? Giunto a destinazione, Gianni si sentì molto fortunato perché trovò un regolare parcheggio di fronte alle scuole del luogo, a pochi passi dalla casa del suo amico. Rasserenato, si godette a pieno la vacanza non badando all’automobile parcheggiata.

Purtroppo, tutte le cose belle prima o poi finiscono e così anche il viaggio di maturità. Un’esperienza indimenticabile per Gianni. Venne il momento di rientrare a casa e, dopo aver accompagnato parte del gruppo di amici alla stazione per prendere il treno delle 7:30, Gianni si diresse alla macchina per riaccompagnare la sua innamorata al paesino in collina in cui abita. Giunti all’automobile e caricate le valigie, però, Gianni si accorse di uno strano foglio agganciato al tergicristalli (quel “congegno sistemato sul davanti della vettura per trattenere il foglietto della multa” - Umberto Domina). “Non capisco il volantino sotto il parabrezza della macchina, che quando lo vedi da lontano ti viene un infarto perché pensi che sia una multa; invece scopri che Silvana ha aperto un parrucchiere a Forlì. E chi se ne frega!”, disse spavaldamente ripetendo le parole di Giobbe Covatta (Dio li fa e poi li accoppa, 1999). Tuttavia, avvicinandosi vide che si trattava di uno scontrino, molto lungo e fittamente scritto ed allora pensò: “Sta’ a vedere che qualche stupido ha scambiato la mia macchina nuova per un bidone dell’indifferenziata!”. E invece no. Non con poco imbarazzo, Gianni apprese infatti che si trattava di una multa per divieto di sosta: proprio quella che aveva sperato di non prendere! “Cavolo!” – esclamò – “Ma come diamine è possibile?! Ho fatto un parcheggio a regola d’arte in un posto perfettamente legittimo!”. Ancora sconcertato, aveva appreso da suo padre che avrebbe potuto contestare la multa entro 30 giorni dalla notifica o dall'accertamento con un semplice ricorso al Giudice di Pace, presentando la richiesta di persona od incaricando un avvocato con apposita delega, tenendo però conto delle non superflue spese legali. Gianni si sentiva comunque in trappola, sia per la sua inesperienza in campo giuridico e burocratico, sia perché aveva sentito dire che “fa prima la Sacra Rota ad annullare un matrimonio che il gran giurì dei vigili a levarti la multa” (L. Littizzetto, Sola come un gambo di sedano, 2001). Ecco allora che, prima di prendere qualunque decisione, decise di recarsi presso il Comune per chiedere spiegazioni ad un ufficiale della Polizia Locale. Giunti in Municipio alle 8:30, i ragazzi si trovarono di fronte ad una graziosa segretaria che li condusse presso la scrivania dell’ufficiale, un uomo giovane, esile, canuto e dall’aria simpatica, non quella “figura mitologica, metà impiegato e metà libretto delle multe” (D. Cassini, In caso d’amore scappa, 2011) che tutti descrivono. Dopo avergli esposto le loro ragioni, il pubblico ufficiale dovette annunciargli che la multa era perfettamente regolare poiché emessa affinché le macchine parcheggiate in quell’area sgomberassero per permettere la pulizia della strada, operazione annunciata già da una settimana con numerose comunicazioni apposte in loco su grandi e visibili cartelli. Anzi, egli aggiunse: “Sei stato fortunato ragazzo! Sai che avrebbero potuto rimuovere la tua auto e portarla in deposito?”.

Il nonno gli rammentava spesso la famosa citazione di Winston Churchill con la quale il Primo Ministro inglese aveva acutamente osservato che: “Se due persone fumano sotto il cartello «divieto di fumare», gli fai la multa. Se venti persone fumano sotto il cartello «divieto di fumare», chiedi loro di spostarsi. Se duecento persone fumano sotto il cartello «divieto di fumare», togli il cartello”. Ecco: in questo momento si sentiva quel singolo stupido cui era stata fatta una multa. Affranto, Gianni tornò alla macchina, infastidito per la sua disattenzione, ma al contempo sollevato non solo del fatto dover pagare il “minimo sindacale” previsto dalla legge, ancora riducibile del 30% perché, come gli aveva spiegato sua madre, pagabile entro 5 giorni dalla ricevuta contravvenzione, ma anche perché, trattandosi fortunatamente di sanzione lieve, non gli sarebbero stati tolti punti dalla patente.

Gianni e la sua amica partirono. Lei, divertita dalla situazione ma al contempo comprensiva, cercava di rincuorarlo dicendo che sono cose che possono comunemente capitare, specie a chi è più inesperto. Gianni non voleva la sua compassione ma era comunque felice di sapere che lei, a modo suo, gli fosse vicino. A metà del viaggio, però, si chiese come avrebbero reagito i suoi genitori quando gli avrebbe detto della multa e gli prese il panico. La sua famiglia gli aveva dato fiducia: era il suo primo viaggio da persona autonoma ed aveva paura di deluderli. Addirittura, aveva pensato di buttar via il foglietto e far finta di nulla, ma la sua compagna di viaggio lo fece subito rinsavire ammonendolo: “Sei impazzito forse?! Sai cosa mi ha detto mio padre? Che se un trasgressore non paga la multa nei termini previsti, può incorrere in interessi di mora, calcolati sulla base del tasso di interesse legale e gli può essere notificata una cartella di pagamento, che contiene l'importo della multa, gli interessi e le eventuali sanzioni! Una situazione ben più gravosa di quella in cui ti trovi tu ora non credi?”. Effettivamente, Gianni fu costretto a darle ragione, sapendo che non avrebbe potuto nascondere l’illecito alla sua famiglia.

Riaccompagnata la sua amica a casa, dopo essersi salutati con un bacio sulla guancia, Gianni, col cuore a mille sia per l’emozione, sia per il nervosismo, rientrò alla sua villetta in campagna dove abitava con i genitori ed i nonni materni, tutti in attesa del suo ritorno. Erano le 12:30 quando Gianni aprì il cancello automatico, entrò nel giardino e parcheggiò la macchina in garage, tra quella di sua madre e quella di suo padre, come gli aveva insegnato il nonno. Appena scese dalla vettura, tutti i famigliari lo salutarono calorosamente e subito lo tempestarono di domande sulla vacanza. Frastornato, Gianni li interruppe bruscamente e gli raccontò l’accaduto. Con grande sorpresa, scoprì che nessuno dei suoi cari era arrabbiato, anzi, gli dissero parole rincuoranti: “Son cose che capitano. Non sono queste le cose gravi della vita. L’importante è che tu possa imparare dai tuoi errori e la prossima volta stia più attento”. Unica nota negativa fu che Gianni dovette pagarsi la multa con i soldi della propria paghetta mensile. “Poco male”, pensò tra sé e sé, “d’altronde, non si può mica pagare una multa con un sorriso!”.

Giunto il momento di pagarla, Gianni era già pronto ad andare in Posta per passare la maggior parte della giornata successiva in coda davanti agli sportelli, quando il nonno lo tranquillizzò dicendogli: “Nipotino mio, ormai andare in Posta per pagare le multe è preistorico! Adesso si può fare tutto comodamente da casa grazie alla nuova Pubblica Amministrazione digitale!”. In effetti, Gianni non sapeva che, oltre alle poste, alle ricevitorie/tabaccherie abilitate ed agli uffici della Polizia municipale, potesse pagare la contravvenzione online, in modo semplice ed efficace, effettuando l'accesso ai servizi del portale web comunale e seguendo la procedura di inserimento dei dati richiesti (ad esempio, targa del veicolo, numero del verbale, data e orario dell'infrazione), procedendo poi al pagamento tramite carta di debito, di credito o prepagata. Gianni aveva già usato il portale PagoPA affiancando suo padre nel pagamento di alcuni bollettini e quindi fu per lui facile eseguire l’operazione, dato il già esistente account a suo nome.

Passate queste vicende, trascorse l’estate e giunse Settembre. Gianni però aveva un dubbio: “Ma andando al mare, avrò rallentato nei pressi dell’Autovelox?”, sapendo che, al ritorno, l’aveva avvertito la sua compagna di viaggio. Facendo un paio di calcoli si disse: “Beh, se anche non fosse, lo scoprirò a breve”. Infatti, una multa con Autovelox per eccesso di velocità deve essere recapitata al trasgressore entro 90 giorni, considerando il momento dell'avvenuto accertamento come data di riferimento.

Iniziò l’Università. Gianni, dapprima indeciso tra scienze politiche, scienze giuridiche e giurisprudenza, scelse di iscriversi a quest’ultima facoltà. Un pomeriggio qualsiasi di fine Ottobre, però, Gianni ricevette, presso il suo indirizzo, una raccomandata per atti giudiziari dentro una busta verde, tutta stropicciata dal postino, il quale l’aveva maldestramente incastrata accartocciata insieme alla pubblicità del supermercato ed alla bolletta della luce. “Ecco! Lo sapevo!”, pensò. Si trattava proprio di una multa per eccesso di velocità presa all’incirca a metà Agosto su una strada che porta a Sanremo. Gianni si maledì per la sua negligenza e disattenzione e si trovò di nuovo costretto a confessare l’accaduto alla famiglia. Questa volta, però, furono tutti meno comprensivi, data la maggior gravità del fatto commesso: “Sei matto! Potevi schiantarti! Sei uno scapestrato!”, gli gridarono in coro. Gianni, demoralizzato, non solo aveva completamente ignorato l’Autovelox, passandoci davanti alla velocità di 110 chilometri orari a fronte dei 90 previsti in quel tratto di strada, ma aveva altresì ricevuto, per questo motivo, una sanzione salatissima ed una decurtazione notevole dei suoi punti sulla patente. D’altronde, Gianni sapeva che le sanzioni pecuniarie previste per i neopatentati multati per eccesso di velocità sono uguali a quelle che vengono riconosciute agli altri automobilisti ed anche che chi supera il limite di velocità tra i 10 ed i 40 chilometri orari può arrivare a pagare una multa fino a 674 Euro, nonché avere una sospensione della patente di guida da 2 ad 8 mesi. L’unica differenza sta nella decurtazione dei punti-patente, raddoppiata per chi, come lui, è neopatentato. Gianni dunque si troverà ben 6 punti in meno dato che ha superato il limite di velocità previsto di oltre 10 chilometri orari. Ecco perché per un qualsiasi neopatentato è doppiamente importante rispettare i limiti previsti. Ancora una volta, Gianni fu costretto a pagare la multa di tasca propria, senza neppure lo sconto del 30%, visto che aveva fatto trascorrere inutilmente i 5 giorni per ottenerlo, con i risparmi accantonati lavorando come bagnino ed istruttore di nuoto presso la piscina comunale. Unici lati positivi furono, in primo luogo, il fatto che, miracolosamente, non gli venne sospesa la patente, e che, i suoi genitori, date le necessità legate ai suoi spostamenti da casa all’Università, dall’Ateneo alla piscina e poi al campo di calcio, non gli proibirono di usare la macchina, intimandogli di stare molto più attento e di non schiacciare troppo l’acceleratore. “E’ per la tua sicurezza. E anche per quella degli altri”, gli ripetevano di continuo.

Gianni rimase molto scosso dall’avvenuto e s’impegno a guidare in modo sicuro. Non come quella volta in cui, convinto dai suoi nuovi compagni di Università, bevve un bicchiere di Gin-Tonic durante un aperitivo amichevole e poi si mise in macchina per rientrare a casa, totalmente incurante delle possibili conseguenze. Gianni infatti non si rese subito conto del rischio che aveva corso: già un automobilista “esperto” che ingerisce alcolici prima di guidare è un pericolo pubblico, ancora peggio se si tratta di un guidatore giovane, inesperto e tendenzialmente astemio! Dopo quel cocktail, Gianni non si sentiva più lo stesso: gli girava la testa e gli sembrava di essere in un sogno, in un mondo parallelo, esattamente uguale al suo ma più ovattato. Alla guida, Gianni si sentiva sfrecciare, si sentiva libero. Purtroppo, però, non aveva pensato che avrebbe potuto far male a se stesso e/o a qualcuno se, per sbaglio e per colpa dell’alcool assunto, avesse fatto un incidente. Allo stesso modo, non aveva pensato neppure ai possibili controlli di routine che la Polizia stradale ed i Carabinieri svolgono spesso lungo la strada del ritorno: infatti, già una volta, andando in piscina, Gianni era stato fermato dai Carabinieri, all’altezza di una piazzola nei pressi dell’autolavaggio, per un comune controllo dei documenti (patente e libretto). Se gli fosse successo anche in questa circostanza, i pubblici ufficiali avrebbero legittimamente potuto fargli un alcool test per constatare il valore del tasso alcolemico presente nel suo sangue. L’attuale normativa italiana prevede dei limiti legali riguardo il tasso di alcolemia, stabilendo, nello specifico per i neopatentati, la regola del tasso alcolico zero. Inoltre, guidare un veicolo in stato di ebbrezza costituisce un reato e comporta la perdita di ben 10 punti della patente, con severe sanzioni a corredo.

Effettivamente dovrei stare più attento a ciò che faccio”, pensava tra sé e sé mentre metteva in moto la sua Fiat 500. Non fece in tempo a concretizzare il suo pensiero che, facendo retromarcia, distratto dallo squillo del cellulare, prese in pieno la portiera posteriore sinistra di una macchina che gli stava passando dietro. “Ma che diamine! E’ una maledizione”, urlò. I conducenti scesero infastiditi dalle rispettive vetture. Gianni si scusò e i due, svogliatamente, iniziarono a compilare il modulo blu della constatazione amichevole (il cosiddetto CID), col quale si può semplificare ed accelerare la pratica per il risarcimento dei danni subiti inoltrando la richiesta alla propria compagnia di assicurazione. Gianni aveva procurato un bel danno alla macchina altrui e se ne dispiacque. Stranamente, la sua non subì alcun danneggiamento. “Meno male! Almeno questo! Posso omettere questa storia ai miei per fortuna!”, sospirò. Al contempo, però, Gianni sentiva, dentro di sé, un immenso senso di colpa, non tanto per la menzogna, quanto per il fatto che se non avesse guardato il mittente della chiamata ricevuta sul cellulare, sicuramente non avrebbe fatto alcun incidente. Quella di guardare lo Smartphone mentre si guida è un'abitudine particolarmente diffusa e pericolosa e, purtroppo, una delle prime cause di incidenti in Italia. Di norma, il guidatore che consulta il cellulare durante la marcia è punito con una multa fino a 660 Euro e con la decurtazione di 5 punti dalla patente. “Meno male che non mi ha visto nessuno…”, pensava tristemente sulla strada di casa.

Le disavventure di Gianni dimostrano che, nella vita quotidiana di qualsiasi cittadino, si può sempre venire in contatto con il diritto, o meglio, con il diritto amministrativo in particolare: spesso infatti, molte infrazioni vengono ricondotte ad un illecito di tipo amministrativo, punibile più o meno severamente con sanzioni pecuniarie, le quali, oltre ad essere le più comuni, consistono nell'obbligo di pagare una somma di denaro, interdittive, le quali, invece, precludono l'esercizio di un diritto, ed accessorie, le quali si applicano congiuntamente ad un'altra figura di sanzione amministrativa. Inoltre, la legge 689/1981 in materia di depenalizzazione ha costituito un'importante svolta nel sistema sanzionarono italiano, trasformando un congruo numero di illeciti penali in illeciti amministrativi, con lo scopo di dargli un inquadramento giuridico autonomo dotato di principi, disciplina e sanzioni proprie, e comportando un notevole snellimento dei lavori dei Tribunali penali ed una conseguente traslazione alle autorità amministrative, investite di nuove competenze.

Per concludere, è bene rivolgere un monito agli automobilisti di tutto il Mondo: ricordatevi sempre di guidare in modo sicuro e prudente, ma soprattutto non dimenticate che…

 

OGNI GIANNI AL VOLANTE È UN PERICOLO COSTANTE!


Federica Repetto