Gianni e l'automobile

Nonno! Lo sai che hai una crepa sul parabrezza della macchina?”, chiese Gianni a suo nonno mentre stavano tornando a casa insieme. “Caspiterina! No, non me ne sono minimamente accorto!” – esclamò – “Però, l’altro giorno, un camion ha perso della ghiaia che stava trasportando ed un sassolino è arrivato alla velocità della luce contro il vetro della macchina. Probabilmente è per questo motivo che si è formata quella piccola crepa”, disse riflettendoci su. “Ma sei serio? La crepa si sarebbe quindi formata per colpa di un insulso sassolino?”, chiese Gianni sbalordito. Ebbene sì: infatti, un oggetto in caduta direttamente sul vetro di un’automobile, ad una velocità di percorrenza molto elevata, può rappresentare un grande rischio, anche se generalmente il vetro di un parabrezza si caratterizza per una resistenza nettamente superiore rispetto a quello di una finestra, ad esempio. I cristalli, generalmente, non si distruggono in mille pezzi alla prima sollecitazione, a meno che non si tratti di un incidente o di un colpo di inaudita violenza. La sicurezza aumenta in presenza di un cristallo stratificato o temperato, progettato per resistere al meglio ad urti di una certa rilevanza da parte di oggetti improvvisi. Tuttavia, una mancata rottura definitiva non corrisponde a una mancata scalfitura del parabrezza, come nel caso in esame, poiché spesso si verifica una sorta di effetto-ragnatela, con i pezzi di vetro danneggiati che sembrano tenuti insieme da un particolare incastro e che tendono a staccarsi dalla base del vetro con difficoltà. Ecco perché una spaccatura dall’entità limitata non costituisce un grave pericolo né per il conducente, né per i passeggeri. Nonostante ciò, il primo fattore da osservare al momento della riparazione o della sostituzione di un parabrezza riguarda proprio il grado di pericolosità di un dispositivo gravemente danneggiato.

Devo prendere subito un appuntamento per farlo riparare prima che peggiori e, soprattutto, prima che mi facciano la multa!”. A quell’affermazione, Gianni rimase attonito: una multa per una crepa minuscola sul parabrezza? Assurdo, no?! Invece no: infatti, circolare con il parabrezza danneggiato comporta, secondo l’articolo 79 del Codice della Strada, multe tra 84 e 335 Euro, qualora si circoli con cristalli danneggiati su strade urbane, tra 41 e 168 Euro, qualora ci si trovi in autostrada, cui si aggiunge la decurtazione di ben 2 punti dalla patente. “Non tutti gli automobilisti sanno, però, che circolare con il parabrezza o altri cristalli danneggiati comporta una vera e propria infrazione”, gli spiegò suo nonno parcheggiando l’automobile dentro il garage.

Chiamata l’officina di fiducia, i due ottennero, già il pomeriggio stesso, un appuntamento per la riparazione del vetro. Il gentile signore che aveva risposto al telefono aveva infatti detto loro che il parabrezza danneggiato non comporta solo una riduzione della sicurezza per i passeggeri, ma può rivelarsi anche un danno economico non indifferente. Peggio ancora quando il danno comporta altresì scarsa visibilità poiché, in quest’ultimo caso, si andrebbe incontro a sanzioni amministrative pecuniarie ancor più salate. “Purtroppo, il danneggiamento del parabrezza è un fenomeno tristemente diffuso e dovrebbe diventare buona norma controllare con più frequenza il proprio vetro e ripararlo in caso di danno, per ragioni di sicurezza e a vantaggio del proprio portafoglio!”, esclamò la voce maschile al di là della cornetta. “Meno male che, tempo fa, ho stipulato la polizza cristalli, misura preventiva grazie alla quale è la compagnia assicurativa ad occuparsi di ciascuna problematica, con una netta diminuzione dei costi ed un notevole abbattimento dei tempi di riparazione!”, sospirò il nonno sollevato, riagganciando.

Una volta in officina, gli operai iniziarono ad osservare l’entità del danno e riscontrarono, date le minute dimensioni della crepa, la possibilità di una semplice riparazione a fronte di un’integrale sostituzione del parabrezza. “Oggi, prediligiamo, ove possibile, la riparazione alla sostituzione in quanto, oltre a far risparmiare tempo e denaro, consente anche di aiutare l’ambiente, dato che, con ogni riparazione, viene ridotto circa del 70% il rilascio di anidride carbonica (CO2)”, spiegarono, sottolineando altresì che, qualora il processo di riparazione non sia realizzabile, il parabrezza danneggiato entra nel circolo virtuoso del riciclo: infatti, oltre l’80% dell’intero parabrezza, formato sostanzialmente da vetro, viene riciclato, mentre la restante parte, costituita da polivinilbutirrale (PVB), ossia da quel materiale di sicurezza posto tra i due strati di vetro che evita, in caso di rottura del cristallo, che questo si frantumi in piccoli pezzi, è recuperato per circa l’85% e destinato al recupero energetico. Secondo i dati della Federazione europea dei produttori di contenitori di vetro (FE.VE), i tassi medi di riciclo del vetro nell’Unione Europea (UE) hanno superato, già dal 2012, la soglia del 70% e l’Italia si posiziona al di sopra di questa media. Inoltre, dagli anni ‘90 ad oggi, il tasso del riciclo del vetro è cresciuto del 131%. Infine, è importante osservare che per ogni 10% in più di vetro riciclato ed utilizzato per produrre altri manufatti, si risparmia circa il 2,5% dell’energia di fusione necessaria a produrre i manufatti stessi con materie prime vergini: infatti, mentre queste ultime si presentano allo stadio cristallino e devono rompere la propria struttura molecolare per diventare vetro, il vetro riciclato deve semplicemente scaldarsi a sufficienza per diventare malleabile. Questa è la ragione per cui, utilizzando ogni tonnellata di vetro riciclato, si risparmiano le emissioni CO2 nell’ambiente.

Riparato il vetro, Gianni e suo nonno tornarono a casa. “Ricordati di lasciarmi le chiavi della tua Fiat 500 stasera. Sai che domani devo portarla in officina per il cambio delle gomme, vero?!”, gli rammentò suo nonno. Gianni, che se n’era completamente dimenticato, acconsentì scocciato. “Che noia! Ma abbiamo messo ad Ottobre quelle invernali e adesso dobbiamo cambiarle di nuovo?!”, esclamò infastidito. “E che ci vuoi fare?! Dobbiamo farlo tutti: sono le regole!”, gli rispose. Effettivamente, come di consueto, ad Aprile, a seguito delle vacanze pasquali, entra in auge l’obbligo di cambio degli pneumatici invernali, da sostituirsi con quelli estivi. Solitamente, si ha circa un mese di tempo per effettuare l’operazione e, in caso di inadempimento, le multe possono variare da un minimo di 422 Euro fino ad una quota massima di 1682, con conseguente ritiro del libretto di circolazione. Le motivazioni principali sono legate al risparmio di carburante ed alle prestazioni, visto che, in tal modo, gli pneumatici non si surriscaldano eccessivamente, garantendo così il mantenimento di performance elevate. A differenza degli pneumatici invernali, agganciati a tasselli sottili per avere una maggiore presa sull’asfalto, specie in caso di pioggia, neve e/o ghiaccio, quelli estivi sono invece montati su tasselli più spessi. Ecco perché le scanalature degli pneumatici invernali sono più adatte sul bagnato per garantire una maggiore aderenza e meno rischi di aquaplaning rispetto a quelli estivi, ossia quel fenomeno di galleggiamento di un veicolo in movimento su uno strato d'acqua esteso su una strada.

Ma non ci sono delle gomme che vadano bene per tutte le stagioni?”, chiese ingenuamente Gianni a suo nonno. Ebbene sì: infatti, esistono i cosiddetti pneumatici quattro stagioni (in inglese, four season or all season tire, con sigla M&S o M+S), utilizzabili in qualsiasi stagione dell’anno, in tutte le condizioni meteo ed il cui primo vantaggio è proprio quello di poter evitare il cambio gomme estive/invernali rispettando gli obblighi di legge. Si tratta di pneumatici ibridi, in grado di adattarsi alle condizioni stradali di ogni stagione e che assicurano una discreta aderenza all’asfalto asciutto e bagnato, ghiacciato e fangoso, rivelandosi la soluzione migliore per ogni automobilista, soprattutto in zone miti, non troppo rigide in inverno, né troppo calde d’estate. Essi hanno un design differente dalle gomme estive, una mescola diversa, un battistrada più profondo, composto da un maggior numero di lamelle ed un contenuto di silice maggiore rispetto alle gomme estive, il quale assicura una maggiore tenuta su strada ed una migliore aderenza dello pneumatico al fondo stradale (in inglese, grip). Quindi, le gomme all season presentano caratteristiche intermedie fra quelle estive e invernali, in quanto, da un lato, presentano le scanalature tipiche degli pneumatici estivi, mentre, dall’altro, le microincisioni delle gomme invernali, intagli che consentono di raccogliere fango, sporcizia, particelle di neve e ghiaccio.I vantaggi degli pneumatici quattro stagioni sono evidenti: infatti, ogni anno, si può risparmiare sui costi di gestione (montaggio e smontaggio), si può registrare un risparmio economico rispetto ai doppi treni di gomme con relativo cerchio ed un maggiore comfort alla guida. Inoltre, i consumi di carburante e delle gomme risultano più equilibrati in ragione del fatto che la gomma invernale, sull’asfalto caldo, si consuma più velocemente, mentre le normali gomme estive si comportano in modo nervoso e tendono al pattinamento su un asfalto bagnato e sporco. Come già accennato, utilizzando i four seson tire si ha altresì la possibilità di evitare sanzioni per l’uso di gomme estive/invernali inadatte. Infine, permettono performance comunque soddisfacenti anche su fondi sterrati o sporchi perché sono dotate di una buona aderenza. Purtroppo però, in caso di temperature molto rigide (sotto i 7°), le all season non assicurano buone prestazioni e c’è il rischio di incorrere in multe salate ed al ritiro del libretto di circolazione se l’indice di velocità posto in essere non corrisponde al codice M+S riportato sulle gomme e come indicato nella Carta di Circolazione. Inoltre, sui fondi asciutti, la resa è simile alle gomme estive ma gli pneumatici quattro stagioni hanno un’aderenza minore, registrano un consumo di carburante più elevato, sono più rumorosi, si consumano più rapidamente ed il battistrada registra un consumo maggiore. In aggiunta, le gomme quattro stagioni tendono a cristallizzarsi ed a perdere le originarie caratteristiche anche in caso di utilizzo poco frequente. “Ah. Beh, hanno indubbi vantaggi ma anche innumerevoli svantaggi…” – constatò Gianni un po’ deluso – “Ma come si distinguono gli penumatici quattro stagioni dagli altri?”, chiese curioso. Suo nonno gli spiegò che le gomme all season riportano il codice M+S o M&S o M-S o MS, che significa Mud + Snow, ossia Fango + Neve, oppure il simbolo del fiocco di neve (in inglese, Snowflake).

Sciolti anche questi dubbi, Gianni tornò in camera sua a studiare, come sempre entusiasta e grato della possibilità di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo da chi ha più esperienza di lui. “Mio nonno dice sempre di non pesare le parole che vengono dette ma di valutare la bocca della persona dalla quale provengono: ha proprio ragione!” – disse tra sé e sé aprendo il libro di diritto civile – “Mi ha sempre detto che il dono più grande della vita è la salute ma, dentro di me, ho sempre pensato che il regalo migliore fosse lui ed ora ne sono certo: è proprio così!”, pensò col cuore colmo d’amore e la mente piena di ricordi.

Federica Repetto