Gianni contro l'impero della burocrazia
La mattina del 2 dicembre, Gianni aveva impostato la sveglia alle 8:30 precise per sostenere il suo esame pratico di guida per la patente B, per cui da mesi si stava preparando. Era una giornata nuvolosa senza neanche uno spiraglio di luce e mentre Gianni stava facendo colazione incontrò sua madre “Amore mio, ti senti pronto per il tuo esame?” - esclamò lei preoccupata per il figlio; “si, sono abbastanza in ansia, ma credo molto nelle mie capacità, speriamo vada bene così da non doverlo rifare!” - rispose Gianni.
Finita l’abbondante colazione, Gianni si infilò le scarpe da tennis, si mise una giacca molto pesante e la sua sciarpa rossa porta fortuna, per proteggersi dal gelido freddo di dicembre e si fece accompagnare dalla madre presso l’autoscuola della sua città. “In bocca al lupo tesoro, chiamami appena sai il risultato così poi ti vengo a prendere per festeggiare” - disse mamma Rosetta posando le labbra sulla fronte di Gianni come segno di affetto.
L’esame di Gianni iniziò alle 10:30, durò circa una mezzoretta, nella quale l’esaminatore, dopo avergli fatto fare una serie di parcheggi in retromarcia, due inversioni a U e il giro di tutta la città, fece tornare Gianni al punto di partenza per il risultato. Nonostante anche un po’ si insicurezza e qualche errore sulle domande di teoria, riuscì comunque ad uscirne vittorioso.
Gianni passò le settimane successive solamente ad esercitarsi nella guida per acquisire più sicurezza in sé stesso, in quanto mamma Rosetta e papà Salvo gli comunicarono che sarebbe dovuto andarli a prendere in aeroporto, perché a breve sarebbero partiti per una settimana con il fratello di venticinque anni Jonny, diventato disabile 5 anni prima a causa di un grave incidente stradale, avvenuto mentre stava guidando la sua nuova Kawasaki verde acceso, poiché doveva affrontare delle cure fisioterapiche per tentare di recuperare una parziale mobilità degli arti inferiori.
La sera prima del fatidico giorno Gianni impostò sette sveglie per essere sicuro al 100% di svegliarsi in tempo e di avere il tempo necessario per riuscire prepararsi con calma e ad arrivare in puntuale all’aeroporto di Orio al Serio, visto l’importante traffico mattutino che avrebbe potuto complicare il viaggio.
Subito dopo essersi sistemato per bene, Gianni uscì di casa, entrò nella sua Peugeot 208 grigio antracite con gli interni rosso fuoco, mise la cintura, impostò la sua playlist preferita di Spotify “gli speciali anni 80/90”, che ascoltava tutti i giorni per iniziare bene le sue giornate, e infine, come gli aveva insegnato tempo prima il suo istruttore, si mise a controllare entrambi gli specchietti laterali, e per ultimo quello frontale, così da poter partire.
Dopo un ora di strada Gianni aveva già ascoltato due terzi della sua playlist, e guidava spensierato canticchiando “Su di noi nemmeno una nuvola, su di noi l'amore è una favola, su di noi se tu vuoi volare” (Pupo, 1991). In prossimità dell’entrata dell’aeroporto cantò un’ultima canzone, “Che confusione, sarà perché ti amo è un emozione, che cresce piano piano stringimi forte, e stammi più vicino, se ci sto bene sarà perché ti amo” (Ricchi e Poveri, 1981).
Gianni, sapendo di avere un fratello diversamente abile, come a suo solito si parcheggiò in un’area apposita riservata, scese dall’auto, la chiuse con cura ed entrò all’interno dell’aeroporto posizionandosi davanti al gate da dove sarebbe uscita la sua famiglia.
Dopo circa 20 minuti Gianni e la sua famiglia uscirono dall’aeroporto e si diressero presso l’auto, precedentemente parcheggiata vicinissima all’uscita principale, ed un piccolo fogliettino rosa, posizionato sul parabrezza attirò la loro attenzione. Istintivamente tutti quanti si resero conto che Gianni avesse preso una multa e quest’ultimo esclamò “Cavolo! il contrassegno unico disabili europeo è scaduto 4 mesi fa! Tra i vari impegni, visite mediche e problemi con la burocrazia, non ce ne siamo proprio accorti!”
(La normativa vigente prevede che chi occupa abusivamente uno spazio riservato ai disabili sia soggetto a una multa che varia da 330 a 990 euro per le auto. Oltre alla sanzione pecuniaria, è prevista la decurtazione di sei punti dalla patente, che per lui sarebbero 12, essendo neopatentato.
In alcuni casi specifici, come per chi utilizza impropriamente un contrassegno disabili, la multa può andare da 87 a 344 euro. Questo vale anche per i veicoli autorizzati che non rispettano le condizioni di utilizzo del contrassegno, inclusi moto e motorini, che sono soggetti a sanzioni comprese tra 41 e 80 euro. Con l'entrata in vigore del nuovo codice della strada se, invece, occupiamo uno spazio riservato ai disabili con la nostra auto, potremo beccarci una multa da 330 fino a 990 euro).
Il contrassegno unico disabili europeo è una speciale autorizzazione che, previo accertamento medico, viene rilasciata dal proprio Comune di residenza, più esattamente dal sindaco (art.188 del Codice della Strada, CdS, e art. 381 del Regolamento di esecuzione del CdS).
Formalmente è un atto amministrativo autorizzatorio che rimane di proprietà comunale anche se affidato alla detenzione temporanea della persona fisica indicata. Il contrassegno ha la durata di cinque anni, anche se la disabilità è permanente. Quando i cinque anni sono scaduti, può essere rinnovato.
Gianni ed i genitori, accorgendosi dell’errore commesso per evitare ulteriori maggiorazioni, decisero di pagare immediatamente la multa appena ricevuta. “Papà, ora ci tocca anche fare la fila in posta per colpa mia!”, disse Gianni dispiaciuto. “Gianni, non ti preoccupare, può succedere a tutti di dimenticarsi qualcosa! La prossima volta farai sicuramente più attenzione. Comunque, non è più necessario recarsi in posta per pagare le multe, adesso la possiamo pagare comodamente da casa con la nuova Pubblica Amministrazione Digitale, attraverso il servizio online di PagoPa.” lo rincuorò papà Salvo, e dopo aver inserito i loro dati nel portale e aver effettuato il pagamento, si diressero a casa così da far riposare Jonny, dopo le lunghe sedute di fisioterapia degli ultimi giorni.
Il giorno seguente Gianni e suo fratello Jonny decisero di recarsi in comune per rinnovare il contrassegno scaduto. “Ok, Jonny, oggi sistemiamo tutto insieme,” disse Gianni, cercando di nascondere il nervosismo mentre caricava la sedia a rotelle nell’ampio bagagliaio. “Spero tu sia pronto a passare tutta la giornata in Comune fratellino” rispose Jonny, con il suo solito sorriso sarcastico.
Giunti al Comune, l’ufficio preposto al rilascio del contrassegno era già pieno di persone impazienti. Dopo quasi un’ora di attesa, Gianni e Jonny finalmente arrivarono allo sportello. “Buongiorno, siamo qui per rinnovare il contrassegno unico disabili europeo (CUDE) di mio fratello Jonny,” disse Gianni, porgendo alla segretaria comunale il vecchio contrassegno e il modulo di richiesta già compilato precedentemente. La segretaria, una donna anziana, di nome Concettina, con un paio di occhiali eccentrici e un’aria severa, controllò il documento appena ricevuto e sospirò. “Sapete che è scaduto da un mese, vero?”
Gianni annuì. “Sì, ci dispiace molto, ma abbiamo avuto tante cose da fare e ci siamo proprio dimenticati. Possiamo rinnovarlo oggi?”
“No, possiamo aprire la pratica per il rinnovo, ma comporta una nuova valutazione dell’intero procedimento amministrativo” rispose la donna.
“Se non è possibile effettuare il rinnovo oggi stesso, sarebbe possibile eventualmente ottenere una proroga nel mentre che la nuova valutazione venga completata?” chiese Gianni speranzoso.
La segretaria osservò Gianni storcendo il naso e disse: “No, in quanto la proroga consiste nello spostare più avanti il termine finale per la produzione di effetti del provvedimento amministrativo, ma presuppone perché si possa fare ciò, che il provvedimento nel momento in cui lei la chiede sia ancora esistente, ovvero non sia già avvenuta scadenza.”
“l’unica opzione disponibile sarebbe il rinnovo, che necessita una nuova valutazione dell'intero procedimento amministrativo che ha comportato il rilascio del provvedimento. Il rinnovo è un istituito a tutela dell'interesse pubblico, che si applica nei confronti dei provvedimenti a tempo indeterminato”.
Gianni sbuffò seccato dalla situazione “Ma mio fratello ha una disabilità permanente! Non è cambiato nulla nell’arco di 5 anni, non è Lazzaro!”
“Capisco, ma la normativa vigente parla chiaro,” spiegò la donna, citando l’art. 381 del DPR 495/1992, che regola il rilascio e il rinnovo dei contrassegni per disabili e il successivo aggiornamento nel Decreto Ministeriale del 5 luglio 1994 stabiliscono che, anche in caso di disabilità permanente, bisogna presentare una certificazione medica recente rilasciata dall’ Asl, per verificare che la situazione non sia cambiata“.
Gianni e Jonny si diressero all’ASL il giorno seguente per ottenere il certificato medico necessario. Qui, un nuovo ostacolo li aspettava: l’addetto allo sportello comunicò che avrebbero dovuto prenotare una visita con il medico legale dell’ASL e che il primo appuntamento disponibile fosse tra tre settimane.
“Tre settimane?!” esclamò Gianni incredulo. “Ma abbiamo bisogno del contrassegno ora! Non possiamo aspettare così tanto, ci venga incontro su, è necessario per le visite mediche di mio fratello Jonny.”
L’uomo alzò le spalle visibilmente stanco dalla mattinata impegnativa. “Questo è il sistema ragazzi. Se avete urgenza, potete provare a contattare direttamente il responsabile del servizio, ma non posso promettere nulla.”
Determinato a risolvere la questione, Gianni contattò il responsabile del servizio, spiegando la loro urgenza. Dopo molte telefonate, grazie ad una disdetta dell’ultimo minuto, Gianni e Jonny riuscirono ad ottenere un appuntamento per il giorno dopo.
Il giorno seguente, mentre Gianni accompagnò Jonny all’ASL, gli chiese, incuriosito dalla situazione “Ma come mai, dato che le tue lesioni a causa dell’incidente sono permanenti, non basta una semplice autocertificazione?”. “Serve necessariamente un nuovo parere medico, in quanto applica discrezionalità tecnica, ovvero si riferisce alla libertà decisionale che un professionista o un'autorità competente ha nell'esercizio delle proprie funzioni, in un contesto in cui le scelte non sono strettamente predefinite da leggi o regolamenti, ma dipendono dalla valutazione di fattori tecnici, scientifici o esperti. In pratica, quando si parla di discrezionalità tecnica, si fa riferimento al fatto che chi svolge una determinata attività (come un ingegnere, un medico, un funzionario pubblico, ecc.) può prendere decisioni basate sulla propria esperienza, conoscenza tecnica o giudizio professionale, senza essere vincolato a una formula rigida o a una decisione automatica”. Spiegò Jonny.
I ragazzi entrarono nell’ambulatorio e dopo una breve visita, il medico legale compilò e firmò il certificato richiesto, specificando che Jonny avesse una disabilità permanente e che la sua condizione non era cambiata nel tempo.
Passato il fine settimana, Gianni e Jonny tornarono in comune e presentarono la nuova documentazione completa: il Certificato medico rilasciato dall’ASL; il vecchio contrassegno scaduto e il modulo per la nuova richiesta, compilato e firmato come previsto dal regolamento comunale.
Syria Velatta, Gaia Stella, Melania Carazzato, Lorenzo Bosso, Beatrice Benisi