Gianni e il conflitto di interesse
Era un giorno come tanti nella piccola e vivace Armorica, ai piedi delle montagne dove il sole splendeva sempre su quel piccolo villaggio gallico che, come il resto della regione, viveva inpace e libertà.
Tutto sembrava tranquillo, ma dietro la facciata della tranquillità si stava per scatenare unatempesta burocratica.
Gianni era un giovane e intraprendente abitante del villaggio, conosciuto per la sua abilitànella lavorazione del legno.
Aveva recentemente deciso di aprire un’impresa per costruire e vendere carri da guerra, riscuotendo molto successo tra i mercenari e i mercanti che attraversavano la regione.
Era un uomo ambizioso e, come spesso accadeva a quei tempi, si trovava a fronteggiare lecomplicazioni burocratiche imposte dalla pubblica amministrazione del villaggio.
Il problema era che Gianni aveva un piccolo segreto: uno dei membri della commissione comunale che regolava le licenze era suo cugino, Silvano, un uomo furbo e sempre pronto atrarre vantaggio dalle situazioni.
Silvano, infatti, era anche il responsabile di tutte le autorizzazioni per la costruzione di nuovi edifici e infrastrutture, e Gianni stava cercando di ottenere il permesso per ampliare la sua bottega per soddisfare la crescente domanda di carri.
Tuttavia, il cugino Silvano aveva un piccolo conflitto di interessi che Gianni stava cercando diignorare.
Il suo principale rivale nel mercato dei carri era il ricco e potente Magisterius, che aveva convinto il consiglio degli anziani ad accettare una proposta: in cambio di una cospicua donazione, Magisterius avrebbe potuto ottenere una licenza esclusiva per la produzione di carri nel villaggio.
Gianni non sapeva nulla di questa trattativa segreta, ma era sempre più frustrato dal fattoche suo cugino Silvano sembrava rimandare continuamente l’approvazione del suo permesso.
Ogni volta che Gianni si presentava alla “casa dei folli”, Silvano trovava una scusa per farlo aspettare: ≪Ah Gianni, il modulo non è completo, devi aggiungere la sezione riguardante latassazione sui carri!≫; oppure
≪Sembra che ci sia un problema con il numero di lavoratori nella tua bottega, dobbiamo fareuna revisione!≫.
Gianni cominciò a sospettare che ci fosse qualcosa di più dietro a questi continui rinvii, dal momento che il principio di legalità, corollario della macchina amministrativa, sembravaviolato in ragione del ritardo dell’azione amministrativa.
Una mattina, decidendo che era ora di fare chiarezza, si recò al municipio con l’intenzione discoprire cosa stesse davvero accadendo.
Quando entrò nell’ufficio di Silvano, lo trovò intento a scrivere su un grande rotolo di pergamena.
≪Gianni, che piacere vederti! disse Silvano con un sorriso che non riusciva a nascondere una certa tensione.≪Cosa posso fare per te oggi?≫.
≪Senti, Silvano, basta con le scuse! Ho bisogno di una risposta definitiva sul mio permesso. La mia attività sta crescendo e non posso aspettare più a lungo≫.
Silvano guardò nervosamente la porta, come se temesse che qualcuno potesse sentire laconversazione.
≪Gianni, dobbiamo parlare… ci sono delle nuove disposizioni da parte del consiglio, e credo che dovremmo fare delle modifiche al tuo progetto≫.
Gianni non capiva, ma sentiva che qualcosa non andava. ≪Modifiche? Che modifiche≫.
A quel punto, Silvano abbassò la voce. ≪C’è una nuova offerta sul tavolo, da parte di Magisterius. Se vuoi davvero il permesso, dobbiamo trovare un modo per risolvere la situazione. Forse potresti… ‘aiutare’ il consiglio con una piccola donazione≫.
Gianni rimase scioccato. ≪Una donazione? Ma questo è un conflitto di interessi! Tu, come membro del consiglio, non puoi essere coinvolto in questi affari!≫.
Silvano scrollò le spalle. ≪Oh, ma non è come sembra. Magisterius è un uomo d’affari brillante. E se tu sai come andare d’accordo con lui, le cose potrebberomigliorare per tutti≫.
Gianni si sentì tradito, in quanto sapeva bene che Silvano, in qualità di responsabile delprocedimento amministrativo, avrebbe dovuto agire secondo imparzialità e giustizia amministrativa, rispettando il principio di buon andamento, di trasparenza e di parità di trattamento, operando un ragionevole bilanciamento tra il suo interesse e quello diMagisterius.
La sua intera carriera rischiava di essere messa in discussione dalla corruzione dellapubblica amministrazione.
Ma non era uno che si arrendeva facilmente.
Con il cuore in gola, si alzò di scatto e uscì dall’ufficio di Silvano.
≪Non finirà così!≫ disse a sé stesso.
Gianni decise che avrebbe fatto tutto il possibile per svelare la verità e fermare l’abuso di potere.
Si rivolse ad Asterix e Obelix, i due valorosi eroi del villaggio, che non si sarebbero mai fattiintimidire dalla burocrazia.
≪Avete mai avuto a che fare con la pubblica amministrazione?≫ chiese Gianni ai due amici, spiegando loro la situazione.
Asterix, che aveva sempre una soluzione per tutto, rispose: ≪Oh, certo. La pubblicaamministrazione è famosa per i suoi complicati regolamenti… ma non c’è niente che non possiamo risolvere con un po’ di astuzia≫.
Obelix, che preferiva metodi più diretti, fece un sorriso malizioso.
≪Burocrazia? Ti faccio vedere io come risolvere la questione!≫.
Asterix però, conoscendo le maniere forti di Obelix, disse ≪Metti da parte il menhir da scagliare, facciamo prevalere il diritto!” e gli spiegò quello che aveva pensato di fare≫.
Il piano era semplice: avrebbero organizzato un grande comizio curiato in cui avrebbero svelato la condotta corrotta di Silvano e Magisterius, esponendo il conflitto di interessi e facendo pressione sui consiglieri per far valere i diritti di Gianni.
Il comizio si svolse nella piazza principale del villaggio, dove Gianni e i suoi amici pretesero un giusto procedimento amministrativo basato sul rispetto di principi che garantiscono una gestione equa, trasparente e responsabile delle decisioni e azioni intraprese, avendo cura di bilanciare le diverse esigenze e diritti dei cittadini.
Quando Silvano cercò di difendersi, Asterix e Obelix lo incastrarono con prove schiaccianti, portando alla luce la sua connivenza con Magisterius. La folla, indignata, chiese che Gianni ricevesse finalmente il permesso di ampliare la sua bottega, mentre Silvano e Magisterius venivano rimossi dai loro incarichi, anche alla luce dell’interesse pubblico a garantire unaleale concorrenza e, di conseguenza, a evitare una situazione di monopolio nel mercato deicarri da guerra.
Gianni, grato per l’aiuto dei suoi amici, aprì finalmente la sua nuova e ampliata bottega di carri.
Grazie alla sua onestà e alla determinazione, il villaggio aveva vinto contro la corruzione e, la piccola attività di Gianni, divenne uno dei punti di riferimento per tutti i mercenari della regione.
Da quel giorno, Gianni imparò una lezione molto importante: a volte il vero potere risiedenella capacità di opporsi alle ingiustizie, anche quando sembra che la macchina amministrativa non sia dalla nostra parte, facendo valere gli interessi legittimi che ci appartengono e che permettono un dialogo equo con il potere.
E così, in un piccolo angolo di Gallia, la giustizia trionfò ancora una volta, grazie alla tenacia di Gianni e all’aiuto dei suoi amici più fedeli.
Uno sguardo rivolto al futuro…
Ma con la tecnologia di oggi, cosa sarebbe successo? Sarebbe cambiato qualcosa?
L'informatizzazione dei procedimenti amministrativi ha portato indubbi vantaggi, quali il poter accedere ai documenti amministrativi direttamente da casa, diminuendo le code agli sportelli e velocizzando i relativi procedimenti, grazie all’uso di software sempre più efficienti, generando, altresì, anche una serie di svantaggi, come la difficile accessibilità a certi servizi per gli utenti più anziani e per tutti quei soggetti che hanno scarsa dimestichezza con i dispositivi digitali.
Nel caso in esame, come in altre fattispecie più complesse e delicate, sorgono invece tematiche di difficile risoluzione immediata: in procedimenti di questo tipo, infatti, un algoritmo atto a verificare l’esistenza dei requisiti necessari al rilascio di una licenza, potrebbe in astratto essere perfettamente imparziale, e quindi impermeabile ad eventuali tentativi di corruzione da parte di altri interessati. Tuttavia, la mancanza di contatto umano con i funzionari amministrativi, dei quali non potremmo quindi notare eventuali comportamenti inconcludenti o corrotti, e soprattutto il fatto che l’algoritmo operi come una scatola chiusa, il cui contenuto e modo di operare risultano indecifrabili sia all’interessato, che alfunzionario amministrativo, non solo non ci garantirebbe l’imparzialità (come facciamo a essere certi che l’algoritmo siaimparziale, se non lo capiamo?), ma per questi stessi motivi perderemmo anche sul fronte della trasparenza e sul diritto di difesa, il quale risulterebbe onerato da notevoli complicazioni tecniche.
Benedetta Bergoglio, Aurora Camera, Jacopo Ibba, Silvia Nosenzo