Gianni e la negligenza del Comune

La domenica, per Gianni, aveva sempre avuto un posto speciale nel cuore. Un po’ perché dopo una lunga settimana di scuola poteva concedersi di rimanere a letto fino alle undici del mattino, e un po’ perché poteva dedicare il pomeriggio alla tanto attesa partita di calcio della settimana con la sua squadra. 

Proprio in una di quelle domeniche, Gianni stava tornando dalla partita. L’aria estiva gli faceva apprezzare ancora di più il lungo tratto che separava la sua casa di campagna dal campo calcistico della città, tratto che percorreva rigorosamente in moto: un KTM 125, un regalo fatto dai suoi genitori per il suo diciottesimo compleanno. La velocità a Gianni era sempre piaciuta, prevalentemente per il senso di libertà che essa gli donava, ma era pienamente consapevole che andare fuori dai limiti previsti avrebbe potuto mettere in pericolo la propria vita e quella altrui. Per questo motivo il ragazzo aveva promesso ai suoi genitori, dopo aver ricevuto il prezioso regalo, che sarebbe stato cauto il più possibile e che avrebbe fatto attenzione a rispettare le regole della strada. D’altronde, non molto tempo prima l’avvocato Verdi, un vecchio amico del papà, aveva spiegato a Gianni che, ad esempio, le multe per eccesso di velocità non solo potevano essere molto salate, ma potevano addirittura essere accompagnate da altre sanzioni amministrative (come la decurtazione dei punti dalla patente o addirittura il ritiro di essa), secondo quanto previsto dall’articolo 142 del codice della strada. 

E quale fortuna che quella domenica Gianni stesse rispettando il limite di velocità previsto! A poche decine di metri dal cancello della sua abitazione, durante una frenata, Gianni cadde bruscamente dalla sua moto a causa di una serie di buche non chiaramente visibili sul manto stradale. 

“AHIA! Ma che botta!”. Spaventato e con la mano destra dolorante, Gianni si affrettò a chiamare suo padre, Marco, che in pochissimi minuti, arrivò in soccorso del figlio. 

“Papà, ti giuro che non stavo andando veloce! Stavo frenando per entrare dal cancello del cortile, ma non ho fatto in tempo a vedere questa buca. Ahia! Papà mi fa malissimo il polso.” - “Non preoccuparti, Gianni, adesso cerca di tranquillizzarti un attimo”, disse il padre, impegnato ad aiutare il figlio ad alzarsi. “Per fortuna indossavi le protezioni adeguate, bravissimo. Senza quelle addosso, e soprattutto senza il casco, sarebbe potuta andare molto peggio! Vieni, tesoro, adesso chiamiamo l’ambulanza ed i vigili. Nel frattempo, mostrami la buca.”

“Ecco papà, è questa. Come facevo a vederla? Non è nemmeno segnalata!” si lamentò Gianni. 

Una volta viste le buche indicate dal figlio, Marco rimase sgomento. “Non posso crederci! Quella maledetta buca l’avevo segnalata al Comune almeno un paio di mesi fa, dopo aver io stesso bucato le ruote della macchina.” 

Nel frattempo, ambulanza e vigili arrivarono sul posto. I soccorritori si occuparono di portare Gianni al pronto soccorso della città per fare degli accertamenti, in seguito ai quali il ragazzo ne uscì con un polso rotto e qualche abrasione. Il padre di Gianni, rimasto sul luogo dell’incidente, aiutò i vigili a redigere il verbale di sinistro. Dopo aver effettuato le necessarie rilevazioni fotografiche del manto stradale ed aver proseguito con gli accertamenti della dinamica di caduta, i vigili si occuparono anche di controllare le condizioni della moto: per fortuna, il KTM di Gianni era correttamente immatricolato, assicurato e privo di modifiche fuori norma, che avrebbero potuto altrimenti comportare salate sanzioni pecuniarie, in aggiunta al fermo amministrativo del veicolo stesso.

Marco non riusciva a nascondere la propria seccatura. Infatti, con l’aiuto del suo amico avvocato, due mesi prima aveva presentato un esposto al comune tramite PEC (posta elettronica certificata), proprio in riferimento a quel tratto di manto stradale dissestato. Il dott. Verdi gli aveva fatto presente, d’altronde, che era un onere del Comune provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade comunali, ma non solo: era, oltretutto, tenuto a farlo anche in caso di strada privata ma di uso pubblico. In caso di esposto, poi, l’ente aveva responsabilità di accertare le condizioni della strada in questione entro trenta giorni, ed in seguito intervenire per riparare il tratto dissestato o segnalarlo con apposita segnaletica stradale. Nel caso in cui dalle rilevazioni effettuate dall’ente stradale, invece, fosse emerso che le condizioni del tratto erano perfettamente a norma di legge, il Comune avrebbe dovuto provvedere con una risposta alla PEC, dando conseguente motivazione del suo mancato intervento. Vi è, però, un’unica situazione in cui la mancata risposta alla PEC da parte dell’ente sarebbe legittima, ovvero nel caso in cui venga effettuata la riparazione del manto stradale. A quel punto, infatti, verrebbe redatto un verbale depositato in comune, dal quale si risalirebbe con facilità all’avvenuto intervento. 

In questo caso il comune non solo non si era occupato di riparare le buche o di segnalarle, ma non aveva nemmeno provveduto a dare una risposta all’esposto del padre di Gianni. Questa negligenza dell’amministrazione pubblica si era palesata in un vero e proprio pericolo per suo figlio! 

Fu grazie al consiglio dell’avvocato Verdi che Gianni e suo padre decisero di sporgere denuncia nei confronti del comune e di citare in giudizio il Sindaco, in qualità di responsabile dell’ente. Oltre che per i danni della moto, le cui forcelle si erano danneggiate durante la caduta, Gianni e la sua famiglia fecero domanda per un risarcimento anche per le lesioni personali subite dal ragazzo. In seguito agli accertamenti effettuati su Gianni in pronto soccorso dopo la caduta, infatti, i medici avevano emesso vari referti, nessuno dei quali però superava quaranta giorni di prognosi. 

Vista l’assenza di possibilità di aprire un procedimento penale, l’avvocato Verdi, facendosi carico della causa del giovane, aprì una causa in sede civile. Gianni fu sollevato di avere accanto a sé una presenza esperta: di pubblica amministrazione non ne capiva niente, tantomeno di diritto! Era molto preoccupato… la moto era praticamente nuova e sicuramente non poteva permettersi una spesa così importante per ripararla, ma l’avvocato Verdi riuscì subito a rassicurarlo: “Non preoccuparti, figliolo, il comune è in torto. Si tratta di un vero e proprio atto di negligenza e noi faremo il possibile per assicurarti il risarcimento, così che tu possa riparare la tua moto.”

Pochi giorni dopo, il comune ricevette la denuncia. Come di consuetudine, quella fu subita passata allo studio legale, il quale si poggia solitamente a quello che l’avvocato Verdi aveva definito “broker assicurativo”, una figura solitamente specializzata in vari rami del rischio e che si occupa di chiedere all’ufficio strade una relazione del merito, in modo da poter integrare la difesa per il comune. “Che roba strana, il diritto…” pensò Gianni. 

Per Gianni, questi furono mesi di tensione. “In quale faccenda mi sono cacciato!”, era la sua frase ricorrente. “Smettila, Gianni, se non fosse stato per la tua prudenza sarebbe potuta andare molto peggio! Ma ti rendi conto che questa è una cosa grave? Il comune avrebbe semplicemente dovuto adempire al suo dovere, ma così non è stato.” Gli rispondeva Marco. “Poi hai sentito l’avvocato…probabilmente non dovremo andare nemmeno in giudizio e la questione si concluderà con una semplice chiusura transitoria. Dobbiamo solo avere fiducia nella correttezza e nella buona fede dell’amministrazione”. 

Per fortuna, la fiducia riposta nei confronti della correttezza della pubblica amministrazione diede i suoi frutti e la disavventura di Gianni si concluse nel migliore dei modi: il comune aveva riconosciuto il proprio errore e Gianni aveva ricevuto un buon risarcimento. Non solo è riuscito a riparare le forcelle della sua adorata moto, ma addirittura comprò protezioni e casco nuovi per sostituire l’attrezzatura rovinata durante l’incidente. 

Gianni non aveva avuto molte esperienze con l’amministrazione pubblica, ma questa faccenda gli aveva donato grandi insegnamenti: se si tratta di situazioni che possono riguardare qualsiasi cittadino, è importante non lasciare correre. Ciò che è capitato a Gianni sarebbe potuto capitare ad altre persone, di qualsivoglia età ed in qualunque circostanza e, chissà, senza la causa intrapresa da Gianni la cosa si sarebbe potuta trasformare in tragedia. Fortunatamente, l’ente riparò il tratto stradale dissestato poco tempo dopo, garantendo così a tutti di poter circolare in totale sicurezza e dimostrando, ancora una volta, quanto la pubblica amministrazione sia caratterizzata da un continuo dialogo con le istanze del cittadino.

  

Sofia Panzarasa, Sara Punta, Federica Mantelli, Aurora Gjoni