Gianni e l'incubo
Quella notte Gianni non riusciva a dormire, qualcosa di vagamente minaccioso lo teneva sveglio. La tisana alle foglie di eucalipto non gli era di alcun aiuto. Mentre si rigirava insonne nel letto, si accorse che era l’alba ed i tre soli da cui emanavano raggi infuocati erano da poco sorti su Tatooine (saga di Star Wars, di George Lucas 1977) e la sveglia olografica, puntuale come al solito, riproduceva il grande successo interplanetario “La canzone artificialmente intelligente” (rif. Canzone intelligente Cochi e Renato 1973). Passato un minuto, la sveglia indispettita aumentò al massimo il volume e all’improvviso la canzone di Cocchi e Renato lasciò posto alla voce della mamma “Svegliati pigrone o farai tardi a scuola!”. Gianni aveva dimenticato che la mamma dalla sua applicazione poteva accedere alla sua sveglia intelligente e incentivarlo a svegliarsi, anche da un altro pianeta. Gianni allora disse chiaramente “Sveglia, stop!” e quella si fermò. “Judith prepara latte di Bantha, caffè al ginseng e uova di Porg per favore” (rif. vari a Star Wars). “Buongiorno Gianni, lo farei volentieri, ma purtroppo non ho trovato nel frigo il caffè al ginseng, vuoi che lo ordini dal bar per te?” rispose una voce gentile dalla direzione della sveglia. “Va bene, grazie Judith, come farei senza di te?” ribadì Gianni, felice di essere già coccolato di prima mattina. Quella era una giornata importante, i funzionari della Federazione dei mercanti sarebbero passati dalla scuola di Gianni per parlare delle possibili carriere all’ interno dell’amministrazione commerciale e il giovane non poteva permettersi di fare tardi. Si alzò, si fece la doccia e si vestì, appena in tempo per aprire la finestra al drone delle consegne che gli portava il caffè. Nel frattempo, dalla cucina si diffondeva il profumo delle uova al bacon e del pane tostato. Gianni fece colazione e uscì, camminò fino alla stazione di decollo più vicina e prese la navetta aerospaziale verso la scuola che si trovava nella grande città del vicino pianeta Naboo (Star Wars). Durante il volo Gianni vedeva lavorare una serie di impegnatissimi robot tozzi, piccoli e gialli che pulivano alacremente le strade. Erano i dipendenti dell’azienda Wall-e SpA (rif. film Disney di animazione del 2008) vincitrice del bando di appalto pubblico indetto dal Comune, perché l’azienda aveva fornito i migliori CAM, criteri ambientali minimi per la gestione delle strade e dei rifiuti (rif. codice appalti). Arrivò a scuola mentre il drone collaboratore scolastico suonava per l’entrata. Un’ora più tardi arrivarono i funzionari della Federazione dei mercanti a parlare per più di due ore di stages interspaziali finalizzati ad apprendere le mansioni di una carriera nella Federazione. Dopo l’orario scolastico Gianni tornò a casa, ma non avrebbe mai immaginato quello che lo attendeva …
Affisso alla porta della sua casa vide una busta bianca era una lettera, Gianni sorrise erano ormai anni che non vedeva una lettera ormai erano diventate un mezzo obsoleto di comunicazione. Prese in mano la lettera ed entrò in casa.
“Judith guarda mi è arrivata una lettera, che mezzo di comunicazione obsoleto!” Esclamò Gianni ridendo “Chi è che manda ancora lettere di questi tempi… continuano ad uccidere alberi per queste cose inutili… io non capisco davvero.”. Gianni si adagiò sul divano e decise che era arrivato il momento di aprire questa fantomatica busta bianca.
Una volta strappata la carta ed estratto il contenuto Gianni ebbe quasi un mancamento, il sorriso che gli stava tagliando il volto svanì, il suo cuore mancò di un battito ed iniziò subito ad agitarsi.
“Decreto di esproprio per pubblica utilità!” Esclamò incredulo. “Ma io non ho concesso nulla, non sapevo nemmeno che il Comune fosse interessato alla mia proprietà… ci deve essere sicuramente un errore! Judith tu ne sai qualcosa?”. Gianni non voleva credere ai suoi occhi gli sembrava di star vivendo un incubo.
“Ai sensi dell’articolo 42 comma 3 della Costituzione, la proprietà privata può essere espropriata per motivi di interesse generale, ma solo nei casi previsti dalla legge e salvo giusto indennizzo. La materia è disciplinata dal Testo Unico Espropri entrato in vigore nel 2001, il procedimento prevede…” “Non è quello che ti ho chiesto Judith!” Controbatté brusco Gianni “Volevo sapere se sai qualcosa nello specifico di come mai mi sia arrivato un decreto di esproprio definitivo.” Gianni iniziò a passeggiare nervosamente per la casa “Devo lasciare la mia casa tra una settimana! Dove andò? Che cosa farò? Io non ho firmato niente…” Gianni era ormai in preda al panico non riusciva a spiegarsi come mai si fosse imbattuto in una sciagura del genere.
“Gianni tu mi hai delegato a sbrigare le questioni amministrative e burocratiche circa la tua proprietà nel momento in cui mi hai attivata. Hai acconsentito ai termini di utilizzo del mio sistema, hai dichiarato di aver letto tutti i file informativi sul mio funzionamento. Il mio scopo in quando intelligenza artificiale è quello di migliorare la vita dei miei utenti ma in generale della società. L’esproprio per pubblica utilità serve per realizzare un interesse della comunità che è più grande e più importante del tuo interesse privato.” Ribadì Judith.
Gianni rimase incredulo, per la verità si ricordò di aver accettato i termini e le condizioni di utilizzo senza aver per nulla letto i file informativi perché ai tempi gli erano sembrati troppo lunghi e noiosi, a dire il vero pensò proprio che fossero la cosa più futile del mondo… una perdita di tempo insomma.
“Io non pensavo che tu potessi fare questo, si è vero ho acconsentito ma pensavo che fossero tutte piccolezze burocratiche da niente, non cose di questa portata… hai deciso tu, sulla mia casa, sulla mia proprietà, senza nemmeno avvertirmi o chiedermi un parare!” Gianni era davvero furioso ma al contempo non poteva colpevolizzare troppo Judith, alla fine era stato lui a dare tutti i consensi senza leggere cosa comportassero e quindi di conseguenza era stato lui a permettere a Judith di agire ed intromettersi nella sua sfera personale così tanto.
Gianni fece un respiro profondo pensò un attimo a cosa fare ed a come gestire la situazione. Decise di leggere la lettera per intero e subito notò che mancavano dei dettagli importati e fondamentali, notò ad esempio che mancava il pagamento della giusta indennità previsto dall’articolo 834 del codice civile e mancava persino la ratio per la quale la sua proprietà fosse ritenuta di pubblica utilità.
Giunto al termine della sua lettura Gianni notò che in fondo alla pagina scritto con un carattere minuscolo, quasi impercettibile c’era un dicitura che recitava “In caso dubbi contattare l’avvocato Andrea Iron” con allegato il numero di telefono.
Gianni decise di contattare immediatamente quel numero, compose nervosamente la sequenza di numeri sul suo smartphone e mise il viva voce.
“Buongiorno, risponde lo studio legale Iron come possiamo aiutarla?” Rispose una voce robotica.
Per una volta Gianni non fu felice di sentire una voce robotica, aveva la necessità di parlare con un essere umano che lo capisse e gli spiegasse la situazione, voleva una persona in grado di consolarlo e di trasmettergli dei sentimenti di conforto, cosa che un’intelligenza artificiale non poteva di certo fare.
“Buongiorno, sono Gianni vorrei parlare con l’avvocato Iron.” Rispose Gianni sconfortato.
“Si prega di esplicitare il motivo della chiamata.” Ribatté la voce robotica. Gianni sbuffò, era scocciato, voleva risolvere al più presto la situazione.
“Vorrei parlare con l’avvocato Iron, ho appena ricevuto un decreto di esproprio per pubblica utilità e vorrei sapere come annullarlo. La contrattazione è avvenuta tramite la mia assistente artificiale Judith ma io non ho firmato nulla… e non mi sembra giusto che io perda tutto senza nemmeno essere stato parte del procedimento.”
“Rimanga in linea.” Rispose la voce robotica.
L’attesa sembrò a Gianni interminabile, i minuti gli sembravano delle ore e più scorreva il tempo più la sua ansia aumentava quasi da rendergli impossibile respirare.
“Buongiorno sono l’avvocato virtuale Iron, come posso aiutarla.” Gianni rimase sorpreso, si aspettava di parlare con un umano, con una persona fisica non con un’altra intelligenza artificiale fredda e non in grado di confortarlo. Gianni sbuffò ma decise che ormai doveva arrivare ad una soluzione e capire come fermare l’esproprio.
“La mia assistente virtuale ha autorizzato al posto mio l’esproprio per pubblica utilità della mia proprietà… ma io non ho firmato nulla, non ne ero nemmeno a conoscenza.”
“Lei ha autorizzato la sua assistente virtuale a compiere atti legali in nome suo?” Chiese l’avvocato.
“Si… ma io non sapevo bene cosa comprendesse…” Ormai Gianni aveva perso le speranze era come se ormai fosse destinato ad abbandonare la sua casa. “Inoltre nella lettera che ho trovato mancano dei dettagli fondamentali…”
“Non mi faccia perdere tempo le intelligenze artificiali non possono sbagliare, se lei ha dato il consenso alla sua per compiere atti in suo nome allora sicuramente il procedimento sarà avvenuto in maniera corretta. Non può colpevolizzare la sua assistente virtuale per aver fatto una cosa che lei le ha concesso di fare… ogni assistente presenta un apposito file con tutta la documentazione da conoscere prima di attivare l’intelligenza artificiale, se lei ha attivato le funzioni senza leggere nulla non è un mio problema.” La chiamata si chiuse bruscamente.
A Gianni mancava ormai il respiro non sapeva cosa fare e tantomeno non sapeva a chi rivolgersi, si sentiva completamente solo. Sentiva come se la sua assistente virtuale gli avesse voltato le spalle ed avesse agito senza importarsi dei sentimenti e delle volontà di Gianni. A causa del forte carico emotivo Gianni iniziò a respirare troppo affannosamente, la testa gli girava ed iniziò a vedere tutto nero, si sentì come sprofondare in un buco nero senza fine.
Gianni sentiva le forze abbandonare il suo corpo e senza neanche dargli il tempo di raggiungere un appoggio sul quale adagiarsi le sue gambe tremolanti iniziarono a fargli perdere l’equilibrio, gli occhi si socchiusero sempre di più e in una frazione di secondi Gianni si rese conto che stava perdendo i sensi.
Nel preciso momento in cui il suo corpo stava per impattare il suolo Gianni aprì gli occhi…non si trovava per terra, ma si trovava rannicchiato nel letto di casa sua, era un sogno…o meglio un incubo!
Gianni era tutto sudato, la sua fronte grondava di sudore e il suo cuore batteva a mille, subito si sentì confuso e nei primi attimi dopo il risveglio non riusciva ancora a realizzare pienamente cosa stesse accadendo.
Dopo qualche minuto decise ti tirarsi su dal letto e con una fievole voce disse: “Alexa accendi la luce”, si mise seduto sul letto e fece un bel respiro, era agitato, troppo agitato!
Con un impacciato movimento si alzò dal letto, si infilò le sue amate ciabatte di Star Wars, alle quali dedicava un mezzo sorriso di soddisfazione ogni volta che le guardava.
Con gli ancora socchiusi e infastiditi dalla luce della sua camera Gianni si incamminò verso la tapparella e la tirò su, dopo qualche secondo aprì la finestra e una fresca aria mattutina gli accarezzò il viso, il suo sguardo incrociò le prime luci dell’alba e iniziò a sentire i primi rumori della città; la sua amata Alessandria si stava risvegliando per un nuovo giorno.
Gianni percepì subito una sensazione di serenità, un’aria di casa inebriava tutti i suoi sensi e il profumo di croissant caldi che arrivava dalla panetteria sotto casa lo svegliò definitivamente.
A quel punto Gianni decise di recarsi in cucina per prepararsi il suo solito caffè mattutino da bersi comodamente sulla sua poltrona davanti alla TV, dove era solito ad accedere a Netflix per guardarsi un episodio della sua serie preferita: “Friends”.
Nel momento stesso in cui si adagiò sul divano un’infinità di pensieri sopraggiunse alla sua mente, Gianni non poteva fare a meno di riflettere e porsi domande su quanto accaduto in quella strana notte continuando a ripetersi: “Com’è possibile che era solo un sogno? La tecnologia e l’IA stanno facendo passi da gigante, negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un esponenziale sviluppo tecnologico, è possibile che quanto ho sognato si tramuti in realtà in un futuro non troppo lontano? L’uomo sarà realmente sostituito da robot dotati volontà propria?”
Queste domande stavano facendo impazzire Gianni, la sua paura era racchiusa nella possibilità che quel sogno potesse diventare realtà, ma cosa poteva fare?
La surreale esperienza di Gianni all’interno del sogno lo portò a capire che per quanto la tecnologia e l’IA possano fare passi aventi non potranno mai sostituire completamente l’uomo; una macchina, per quanto avanzata, non potrà mai avere dei sentimenti e trasmettere emozioni…o forse sì?
Le grandi aziende tecnologiche non fermeranno mai il progresso, il “Dio denaro” continuerà a spingere senza sosta come motore, di questo immenso business, che si cela dietro allo sviluppo tecnologico.
Un’altra domanda continuava a rimbombare nella testa di Gianni: “siamo realmente consapevoli di quello che sta succedendo e di quello che si cela dietro ogni qual volta decidiamo di accettare senza pensieri di condividere i nostri dati personali? Che valore hanno i nostri dati per i colossi della tecnologia?
Tutti questi interrogativi non potevano però avere una risposta certa e definitiva, basti solo pensare che tutt’oggi non esiste una normativa che si occupa di tutelare tutto ciò che concerne l’IA.
Gianni sapeva che queste domande lo avrebbero tormentato per lungo tempo e che le risposte sarebbero soltanto arrivate con il corso del tempo, in un momento in cui tutti noi ci saremo resi conto dell’importanza di quanto detto, ma quando accadrà sarà troppo tardi?
Rebecca Brescianini, Federico Sivilli, Andrea Mingozzi