Gianni e il campetto da basket

La storia di cui raccontiamo è di un ragazzo, Gianni. Gianni ha 18 anni e frequenta un noto istituto classico della sua città. Proprio durante una giornata di aprile, mentre passeggia assieme ad un suo amico, nonché compagno di classe, Marco, nota affisso sulla bacheca scolastica un avviso. Avvicinandosi comprende essere la possibilità di candidarsi alla Consulta Giovanile che verrà istituita presso il municipio della sua città. Gianni subito incuriosito non appena individuato il manifesto, si rivolge al suo amico Marco, e gli chiede:

“Che cos’è questa cosa?!”

La domanda non è casuale, soprattutto perché rivolta a Marco. Questi, infatti, è spesso interessato alle vicende comunali, in particolare quelle che riguardano il campo sportivo cittadino, dove spessissimo si reca a giocare a basket con i propri amici e visti i presupposti, Marco spiega subito a Gianni le funzioni della Consulta:

“ho sentito dire che da regolamento è un organo consultivo del nostro Comune che serve a permettere a tutti i ragazzi di età compresa tra i 18 e 35 anni, residenti in città, di partecipare alla vita pubblica proponendo migliorie per il nostro tessuto urbano e sociale, è davvero una bella iniziativa perché permette di dare voce alle esigenze di noi ragazzi che, come ben noto, troppo spesso rimaniamo “lasciati da parte”.

Gianni, sentite le spiegazioni del suo amico, decide però di evitare di proseguire nella candidatura limitandosi a ringraziare Marco per la spiegazione offerta.

Passato qualche giorno Marco invita Gianni a prendere parte ad una partita di basket organizzata presso il campo sportivo comunale. Gianni è all’oscuro delle condizioni del campetto dal momento che preferisce di gran lunga praticare il nuoto, tuttavia persuaso da Marco accetta l’invito, giunto sul posto però le condizioni lo lasciano atterrito: il campetto è infatti completamente devastato: la pavimentazione è deteriorata, i canestri sono fatiscenti e l’immondizia fa da padrona.

Gianni si lamenta subito con Marco: “Ma dove mi porti a giocare?! A malapena ci sono i canestri per fare i tiri liberi!”

Marco, che già conosceva le condizioni del campo, si scusa con Gianni e lo invita comunque a fare qualche tiro per passare il pomeriggio in compagnia. Gianni, accetta le scuse e si unisce a Marco ed altri amici, passando comunque un piacevole pomeriggio. Mentre gioca però Gianni ripensa al manifesto visto a scuola e una volta finita la partita, indirizzati verso casa, parlando con Marco, gli dice:

“Ricordi il manifesto che abbiamo visto insieme? Quello sulla possibilità di candidarsi alla Consulta? Perché non ci candidiamo? Con le nostre proposte potremmo ridare vita al campetto, facendolo diventare un punto di riferimento per tutti i ragazzi della nostra età!”

Marco, consapevole della situazione e del bene che i due potrebbero fare, vede di buon gusto l’idea proposta da Gianni e accetta immediatamente. Proprio il giorno seguente, i due amici, tornati a scuola, verificano i requisiti necessari e si accorgono di potersi candidare tranquillamente. Entrambi, quindi, inviano la propria candidatura all’indirizzo email indicato sul manifesto. Gianni, però, nell’eccitazione, dimentica di indicare i suoi recapiti personali utili a fargli pervenire la comunicazione di eventuale ammissione.

Passato un mesetto, senza che Gianni abbia avuto alcuna notizia, l’amministrazione comunale convoca la consulta in prima seduta. Ovviamente, Gianni è ignaro della cosa, in quanto ha errato nella compilazione, al contrario di Marco che invece riceve la comunicazione e prontamente ne parla con Gianni una volta rincontrati al campetto, Gianni capisce quindi di aver commesso un errore dimenticando di inserire i suoi recapiti personali:

“Che rintronato che sono!”

Gianni però non si perde d’animo: curioso di sapere se fosse stato ammesso o meno, decide di andare all’URP del proprio comune per chiedere informazioni in merito alla propria candidatura. Arrivato al punto, spiega la situazione in cui era capitato e il funzionario comunale, uomo d’esperienza nel campo dell’amministrazione pubblica, gli dice di non preoccuparsi per l’accaduto. Per fargli meglio comprendere la situazione gli spiega come funziona la struttura comunale in questi casi e quali sono le azioni che può attuare per risolvere il disguido.

Gli suggerisce quindi di cercare sul sito del Comune la delibera del consiglio comunale in cui è contenuta la convocazione della consulta con tutti i candidati ammessi in quanto possessori dei requisiti di partecipazione, spiegandogli che in virtù del Decreto legislativo n. 33 del 14/03/2013, il cosiddetto Testo unico per la trasparenza nelle pubbliche amministrazioni, ogni organo della Pubblica Amministrazione ha l’obbligo di pubblicare sul suo sito web le delibere dei propri organi di indirizzo, in questo caso il consiglio comunale. Gianni seguendo il consiglio va a verificare e scopre di essere stato anch’egli ammesso.

Immediatamente corre al campetto, dove stanno già giocando Marco e altri amici, comunica la notizia di ammissione e subito chiede agli altri ragazzi idee per migliorare il campetto in cui si ritrovano così da poterlo finalmente migliorare.

Chi l’avrebbe mai detto, sussurra tra sé e sé Gianni, che atti così importanti del Comune, che spesso percepiamo come una scatola chiusa e inaccessibile, siano consultabili addirittura dal proprio smartphone comodamente da casa. Gianni aveva appena scoperto quanto il diritto stia diventando sempre più trasparente e alla portata di tutti, iniziando a percepire la Pubblica Amministrazione come una vera “casa di vetro”.


Giorgio Stanga, Edoardo Morando, Ilaria Da Rosa, Monica Montobbio